… mi sono rimaste della due-giorni fiorentina:
– le chiacchiere fatte sull’auto di Giovanni verso Firenze, dell’Italia che potrebbe essere e che non è…
– la botta di culo nel trovare un posto libero al parcheggio della stazione centrale, quando le speranze sembravano vane e i brutti pensieri tanti…
– Piazza della Repubblica e i nostri sguardi eccitati prima di entrare alle “Giubbe Rosse”…
– il manifesto futurista che gridava: “Marciare, non marcire!”
– i camerieri e le loro giubbe rosse, alla viennese…
– la presentazione del nostro manifesto in modalità “vagoni del treno”, che sarebbe un casino da spiegare…
– l’emulazione del Theremin nell’ iPad di Giovanni, perchè di quello vero ci eravamo dimenticati le antenne a Brescia…
– il Chianti dei colli senesi…
– le nostre letture, la vibrazione della voce, le orecchie che ascoltano e poi l’applauso…
– la notte, per le strade di Firenze…
– Ponte Vecchio…
– due innamorati che si baciano e se ne fregano di noi che passiamo…
– il ricordo di una persona a cui non ho ancora detto quello che provo…
– le foto scattate di sera, con un flash davvero indegno…
– l’insonnia da prima notte d’albergo…
– il risvegliarsi la domenica mattina sotto la pioggia…
– il cornetto con un kg di marmellata x colazione… e un cappuccino bevuto troppo in fretta…
– la neve in autostrada e la fortuna di trovare una spargisale fino a Pian del Voglio…
– le chiacchiere in auto, i viaggi fatti e quelli da pianificare…
– il ritorno a casa, che poi non è mai un ritorno… è l’idea di una nuova partenza, sempre. E comunque…
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