Fra tante morti, dell’arte, di Dio, della poesia, che i profeti dell’Apocalisse azzardano nell’addormentamento generale, non solo estivo, un giovane controcorrente che rifiuta la fine del mondo è una boccata d’aria vitale. Il giovane è Luca Artioli di Levata (Città  di Curtatone) e il suo messaggio di vita e d’amore è il suo libro di poesie, appena sfornato in elegante veste tipografica (intrigante copertina d’autrice, Doretta Gerevini) dalla “Tipografia Commerciale Cooperativa“, in cui, forse con ingenuità ma con tenace fermezza, si continua a credere nella bellezza della vita, dell’amore, dell’arte, della poesia e forse anche di Dio.[…] Artioli crede soprattutto alla poesia, che legge, studia, frequenta, ama, pratica per un autentico bisogno interiore; anzi, la considera quasi un’entità  autonoma superiore con poteri misteriosi e salvifici. Non bisogna, dice, interrogarla perché non dà  risposte. Riformula solo domande, cioè le ripete con infinite variazioni e, come la vita, va vissuta, anche senza la pretesa di capirla. Ma, se nasce, se si riesce a farla nascere, allora abbiamo la fortuna di esserne compresi e forse di comprenderci. Sì, perché nel domandare i perché della vita siamo tutti uguali, diversi nel rispondere… (continua)

Recensione di Arnaldo Maravelli, Voce di Mantova domenica 28/08/2005