Eh sì, giusto una settimana fa stavamo tornando da Firenze.
In auto abbiamo parlato di viaggi, i prossimi, che ci attendono e di quelli che vorremmo.
Poi tanto silenzio.
Un po’ la sonno, un po’ che avevamo ancora negli occhi e nelle orecchie la serata prima, quella del sabato, passata alle “Giubbe Rosse”.
Non capita tutti i giorni, in effetti, di organizzare un reading in un Cafè Letterario come quello: di lì ci son passati nomi grandi, che hanno scritto pagine importanti della cultura negli ultimi cent’anni. Penso, ad esempio, a Marinetti ed al suo Futurismo, penso a Palazzeschi e a Dino Campana (che voleva vendere copie dei suoi “Cantici Orfici” ai clienti), penso a Italo Svevo, Umberto Saba, Quasimodo. Penso a Eugenio Montale ed Elio Vittorini, ad Alfonso Gatto e a Vasco Pratolini.
Il locale, anche a distanza di molti anni, cerca di farsi memoria di quei tempi.
Ci sono teche che custodiscono vecchie riviste, quadri, manifesti, c’è il rumore del chiacchiericcio a mezza voce, quello garbato, di persone che sorseggiano un caffè e sanno di essere in un posto che chiede il suo rispetto.
E poi ci siamo stati noi… ma questa è un’altra storia! 🙂
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